Da Dom 02 Luglio 2023 Ore 21:15 fino a quando Dom 02 Luglio 2023 Ore 23:30
a Museo civico del Torrione
Postato da Associazione RADICI
Categorie: Intrattenimento
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Anche la scuola di recitazione "Il Tempo e lo Specchio", abilmente diretta dal Professor Eduardo Cocciardo si appresta a eseguire una performance conclusiva di un intero anno di studio effettuato presso il Museo Civico Giovanni Maltese.
Gli allievi, caratterizzati da una miscellanea d'età e divenuti essi stessi crogiuolo plasmato dagli abili insegnamenti trasmessi dal Prof. Eduardo, dall'autunno scorso si preparano efficacemente, seguendo un variegato percorso didattico che include, oltre ai canonici apprendimenti di storia del teatro, del cinema e recitazione, anche esercizi fisici e vocali. E, per concludere brillantemente l'anno di studio, hanno scelto una sfida molto impegnativa: la recita di un copione scritto da Eduardo che si riallaccia ai temi shakespeariani dell'atroce dilemma amletico «To be or not to be ? This is the question!»
Quasi Amleto, una rivisitazione del dramma ancestrale dell'essenza della vita stessa, una delle domande che attanaglia l'umanità da secoli e che difficilmente troverà risposta. Certamente dare una risposta alla fatidica domanda del principe di Danimarca non è l'obiettivo prefissato dagli allievi né dal Prof Eduardo, che, tuttavia, affrontano un quesito esistenziale molto pregnante: diffondere anche nella nostra comunità, ove il teatro è poco sentito, anzi spesso latente, la tragedia di Amleto, provando a coinvolgere lo spettatore negli antichissimi e inestricabili dubbi sull’esistenza. Altro ambizioso obiettivo è cercare, come il dubbioso principe ereditario, una via d’uscita per parlare del mondo senza limiti apparenti. Ovviamente la scena iniziale non è quella della piazzola davanti al Castello di Elsinore ma una scena minimale adattata per la piazza sottostante il Torrione, che con vero ardore l'associazione Radici spera possa essere dedicata al suo fondatore, il compianto Giuseppe Magaldi. Lo spettacolo si propone di miscelare tragedia, commedia, narrazione e grottesco per rendere partecipe il raffinato pubblico dei graditi ospiti in vacanza e degli affezionati isolani che certamente vorrà omaggiarci della propria presenza e condivisione, domenica 2 luglio alle ore 21.15 nella piazzetta del Torrione. L'associazione Radici ringrazia tutti coloro che hanno reso possibile questo imperdibile evento a cominciare dal Comune di Forio che ha concesso l'utilizzo della piazza e i servizi di accoglienza, il Comando e il Corpo della Polizia Municipale per la cortese disponibilità, i tecnici audio e luci Amedeo Piro e Francesco Rando, l'associazione Forio CB, le emittenti Ischia Reporter, Nuvola Tv, e Tele Ischia, i giornali Comunicati Stama.net, Il Golfo, Il Dispari, Ischia news ed eventi, Ischia Press, Voci da Ischia e tutti gli amici che condividono con noi questa esperienza di divulgazione delle opere del poliedrico artista Giovanni Maltese. Non ultimo ringraziamo il Prof Eduardo Cocciardo e gli allievi del corso di recitazione Il Tempo e lo Specchio e tutti gli associati Radici, che con notevole sacrificio si sono prodigati affinché questo significativo spettacolo fosse realizzato. Vanno sottolineate, le difficoltà del testo da recitare, la cura quasi maniacale impressa soprattutto nei dettagli da Eduardo, la scenografia ideata dal M° Raffaele De Maio e il breve tempo a disposizione per entrare ciascuno nei propri ruoli e personaggi.
Con l'auspicio che la rappresentazione possa essere di vostro gradimento e certi del vostro passa parola, l'associazione Radici e il team Il Tempo e lo Specchio vi aspettano domenica 2 luglio prossimo e vi invitano, nel frattempo, a visitare la pagina: https://www.iltorrioneforio.it/it/eventi/quasi-Amleto
Luigi Castaldi QUASI AMLETO Liberamente ispirato all’Amleto di William Shakespeare Testo e Regia Eduardo Cocciardo Scenografia Raffaele De Maio Con gli allievi del Corso di Recitazione “Il Tempo e lo Specchio”: Maria Rita Ascanio, Marika Baldino, Stefania D’Acunto, Raffaele De Maio, Margherita Di Maio, Giovanni Gallo, Mariaflora Ielasi, Francescopio Palomba, Cinzia Ursomanno, Angela Verde. Non esiste personaggio più celebre nel mondo del teatro del Principe Amleto, erede al trono di Danimarca. Non esiste maschera (nel senso più ampio di volto teatrale) più significativa nel percorso drammaturgico di William Shakespeare. Non esiste personaggio più capace di assorbire e rilanciare per intero il pensiero del suo Autore, tanto che si può dire di Amleto di essere un vero alter ego di Sir William, di essere specchio in cui la sua anima si riflette e si deforma, mostrando della sua complessa visione del mondo anche quelle sfaccettature più nichiliste e spigolose che non avrebbero potuto essere liberamente espresse fuori dalla scena, senza esporlo alla mannaia del pubblico giudizio. Amleto è la via d’uscita per parlare del mondo senza limiti apparenti. Per questo, si può affermare che non esista personaggio più universale, cioè più pronto a recepire quei demoni dell’autodistruzione e della critica trasversale che si agitano in ognuno di noi. Amleto è dunque l’essere umano che si fa pensante più di un secolo prima della rivoluzione illuminista.
L’uomo di ieri, di oggi e di domani che sceglie di non fermarsi all’evidenza, che indaga la verità, anche a rischio di annientare se stesso. Secondo la tradizione, Shakespeare compose l’opera tra il 1600 ed il 1602, ispirandosi alla leggenda danese di Amleth. Come sempre nelle sue opere, il riferimento leggendario o storico viene rielaborato e rintrecciato fino a creare una trama articolata e ricca di nuovi riferimenti, sia al presente del suo Autore che ad ogni probabile futuro umano, perdendo così la loro natura strettamente storica e divenendo quasi profetici. La trama, almeno in partenza, è relativamente semplice: lo spettro del vecchio re, il padre di Amleto, si mostra a suo figlio per svelargli di essere stato ucciso a tradimento da suo fratello Claudio, che ha poi usurpato il trono e sposato sua moglie Gertrude.
Tocca ad Amleto organizzare la vendetta. Per indagare indisturbato il principe si finge pazzo. Quando una compagnia di attori arriva a corte per risollevare il suo animo malandato, lui chiede loro di rappresentare qualcosa che ricordi la morte di suo padre...Da qui si dipana la sua tragedia, fino ad una vendetta che non sarà di semplice realizzazione.
Quasi Amleto prende spunto dal testo originale, per raccontare tutt’altra storia: un anziano signore si risveglia su un trono regale in un luogo bianco ed asettico come la stanza di un manicomio e scopre che di là, oltre la quinta, il suo corpo è in fin di vita. Una specie di infermiera viene a fargli visita, interrogandolo sulla sua vita, e quando viene fuori che in passato ha avuto la passione del teatro e che il suo unico rimpianto è quello di non essere mai riuscito ad interpretare Amleto, il vecchio si ritrova di colpo catapultato nel bel mezzo della più famosa tragedia shakespeariana, nel ruolo che gli è tanto caro.
Lo spettacolo diventa così una sorta di Amleto in analisi. Un improbabile Amleto che riflette su se stesso, che valuta e riavvolge il filo dei ricordi. E la sua autoanalisi è anche quella del vecchio attore, che così, senza accorgersene, si prepara a lasciare per sempre la vita terrena. Uno spettacolo meta-teatrale, dunque, che mescola tragedia, commedia, narrazione e grottesco per raccontare a tutti, anche a coloro che non la conoscono affatto, la tragedia di Amleto, provando al contempo a risolvere i suoi antichissimi ed inestricabili dubbi sull’esistenza.
Eduardo Cocciardo torna a dirigere un interessante ed ambizioso progetto teatrale, riservandolo totalmente agli attori del suo Corso di Recitazione “Il Tempo e lo Specchio”, un laboratorio che conclude con questo spettacolo la sua prima annualità.