La processione ha inizio alle prime luci dell’alba del Venerdì Santo, quando tutti i misteri sono già stati portati nello spiazzale di Terra Murata, dove si trova l’Abbazia di San Michele Arcangelo.
Qui, in seguito alla “chiamata” del più anziano confratello dei turchini, viene stabilito l’ordine della processione, a seconda del tema religioso trattato.
L’inizio è caratterizzato dal suono di una tromba a cui rispondono 3 colpi di tamburo: sono i suoni che accompagnavano i condannati a morte nell’antica Roma, e che si ripeteranno durante tutta la processione. Seguono i misteri, portati a braccia durante tutto il tragitto con una serie di pause. Ci sono poi varie statue a soggetto religioso fisso, tra cui le principali sono quella dell’Addolorata (sec. XIX), la statua del Cristo Morto (sec. XVIII di Carmine Lantriceni ) e il “pallìo”, cioè il baldacchino funebre. Precedono e seguono la statua dell’Addolorata il corteo degli angioletti: bambini maschi e femmine fino ai 3anni, che indossano abiti neri ricamati in oro in segno di lutto a richiamare il vestito della Vergine Addolorata, portati in braccio da un adulto. Chiudono la processione la banda musicale, che esegue marce funebri, le autorità religiose, civili e militari dell’isola e, in un commosso silenzio, un corteo di persone dell’isola e non.
Al termine della processione le statue vengono condotte nell’Abbazia di San Michele Arcangelo mentre i misteri, terminano il loro percorso in Piazza Marina Grande. Le statue del Cristo Morto e dell’addolorata sono custodite presso la Chiesa di S. Tommaso (Chiesa Nuova) dove ha sede la Confraternita dei Turchini.
Storia della processione
La processione del Venerdì Santo di Procida è una tradizione antichissima, da porsi fra la fine del sec. XVI e il sec. XVII, quando anche a Napoli la confraternita della Solidad organizzava una processione con i misteri della Sacra Passione, il cui svolgimento era in tutto simile a quello della Processione di Procida. (Sergio Zazzera).
Nata inizialmente come corteo penitenziale, ristretto all’antico borgo medievale di Terra Murata, è oggi costituita principalmente dai “misteri“, che seguono “la tromba ed il tamburo” e precedono le statue a soggetto religioso fisso e infine il Cristo Morto, un’opera lignea scolpita nel 1728 da Carmine Lantriceni.
Le caratteristiche con le quali la processione è stata osservata fanno pensare immediatamente a quelle importate dalla Spagna a Napoli nel secoli XVI e Poi tanto propagato dai gesuiti. L’Impiego della tromba e del tamburo, di elementi sontuosamente barocchi, di catene e flagelli… tutto rimanda alle descrizioni fatte dagli scrittori napoletani del Cinquecento e del seicento nelle processioni pasquali dette appunto processioni degli spagnoli. (Da “CHI E’ DEVOTO” di R. De Simone, M.Jodice)
I “misteri” sono tavole rappresentative delle parole scritte nel Vecchio Testamento e nel Vangelo realizzate con vari materiali : cartapesta, legno, plastica, polistirolo e altri materiali poveri.
Le tavole sono realizzate ex-novo ogni anno ,dal peso variabile a seconda del materiale utilizzato. Solitamente il numero dei ‘’misteri’’ varia tra i 40 e le 60 rappresentazioni. Queste percorrono, sorrette a braccio, il centro storico dell’isola, generalmente da Terra Murata a Marina Grande.
La processione è anticipati da vari riti di cui il più affascinante risulta essere quello del giovedì santo, più conosciuto come processione degli apostoli.